Si narra che molti anni fa, un uomo temerario e sfuggente,
temprato dalle nevi e dalle rocce delle Alpi Retiche,
vivesse in solitudine nella sua malga, spesso quasi irraggiungibile a causa delle rigidissime temperature e dall'assenza di strade battute.
Non si sa come fosse arrivato in quelle valli, ma per certo il suo nome era Adelmo Gregarius.
Aveva discrete conoscenze botaniche, e come spesso capitava nell'antichità faceva uso di erbe spontanee per produrre soluzioni medicamentose.
Tra queste, si narra che la ricetta più famosa fosse un intruglio creato con oltre 10 erbe alpine, infuse in gradazione alcolica.
Gli anziani del posto narrano che il Adelmo recapitasse il suo scuro intruglio liquoroso a sostegno degli avventurieri della montagna:
alpinisti e scalatori, esploratori e pastori,
taglialegna e gente che abitava le vette più alte.
Saldo sulla sella, percorreva le impervie salite montane con un' antica bicicletta: le bottiglie dell'intruglio nel suo zaino,
così come le erbe raccolte di fresco. Il suo passo costante ed inesorabile.
Divenne l'angelo custode della montagna: si narra che nel momento di difficoltà, l'avventuriero vedesse improvvisamente arrivare Adelmo,
e un sorso del suo liquore, chiamato amichevolmente "Gregario",
rinfrancasse anima e corpo.
Ai giorni nostri usiamo ancora chiamare "Gregario"
colui che supporta il campione, nel ciclismo,
fornendo supporto nel momento più duro.
Abbiamo ritrovato la ricetta del nostro Avo, Adelmo Gregarius,
e come da tradizione abbiamo ricreato il suo antico intruglio,
così nasce l'Amaro Gregario,
ancora prodotto artigianalmente,
mediante l'infusione di più di 10 erbe alpine.
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